Pimp my passatismo. Lessi un articolo su Robinson in cui Gino Castaldo decretava che il miglior disco del 2022 era la deluxe edition di Revolver. Avevo comprato il numero per un bell’articolo-intervista sull’AI (era illustrato da LRNZ), e quindi per certi versi ha senso che siano i Beatles a inaugurare ufficialmente l’ingresso dell’AI nel circo della grande musica, questa ossessione robotica per l’eterno ritorno in cui i Beatles potranno a questo punto continuare a far uscire musica e video inediti ogni fine anno da qui al collasso della società occidentale (la quale in fondo ha sempre ascoltato i Beatles per evitare di prestare orecchio ai rumori che provenivano dall’appartamento a fianco). Poi è abbastanza ironico che dopo che gentaglia tipo Grimes abbia provato per anni a intestarsela, il bollino blu sull’intelligenza artificiale nel mainstream musicale l’abbia dovuto mettere Paul McCartney (che di lavoro, ricordiamo, fa quello che è in buona fede), ovvero che il principale tool della liberazione umana per le generazioni future sia al momento impiegato per risuscitare i morti, ma come dicono in tanti la storia ormai si ripete quattro volte: tragedia, farsa, meme e prompt.
(10 euro che il prossimo è Jeff Buckley)