Quelli che amano arrivare in anticipo ai concerti
(storia di un altro live assurdo a cui sono stato, più o meno)
2003
Conosco gli Old Time Relijun da circa tre anni, quando leggo di un loro imminente concerto a Milano Marittima, il 5 ottobre del 2003. È una grande notizia. Gli Old Time Relijun sono un gruppo di Olympia che suona blues scalcinato. Il primo disco che ascolto si chiama La sirena de Pecera e non ho mai sentito niente di simile. Forse nel 2003 la fotta non c’è più, qualcuno mi ha passato Capt. Beefheart o magari l’ho scaricato io da internet, ma è comunque un grande concerto. Sono carico. Non sono informato del fatto che, nel momento in cui annunciano le date del tour che andrò a vedere, i migliori Old Time Relijun sono finiti. Il loro periodo di maggior valore coincide con la presenza di Phil Elvrum alla batteria, che se n’è andato nel 2002 e ha messo tutto quello che aveva nel capolavoro dei Microphones, Mount Eerie.
È anche un periodo diverso. Le notizie sulla musica sono molte e poche allo stesso tempo. Sono molte di più di quante fossero cinque anni prima, agli albori di internet. Sono molte meno di quante sarebbero state cinque anni dopo, nell’età dell’oro dei blog. Il 2003 è una fase di scoperta e il mondo della musica sta cambiando faccia. Il fatto che un gruppo come questo stia per fare un concerto in un posto come questo è conseguenza diretta di una serie di cambiamenti. Fino a poco tempo prima la musica live si faceva nei club e negli squat; ora c’è una cintura di bar, ristorantini e circoli di partito che si avventurano in date saltuarie di gruppi indie americani, magari non conosciutissimi ma di altissimo livello. Sono concerti alla portata di tutti, magari dieci date, sparse per tutta italia. Oggi lo spam sui social e le app fanno sembrare tutto ovvio, ma in quel momento è una rivoluzione. Il Clandestino di Faenza, uno dei posti migliori per programmazione in Romagna, promuoveva le date stampando un foglio su una bacheca all’ingresso e basta. Non era infrequente scoprire per puro culo (o spesso scoprire dopo il concerto) che i The Ex avrebbero suonato in un bar a 35 km da casa tua. Ma ora le cose stanno cambiando. Ad esempio c’è una risorsa che sta cambiando le cose nel panorama indie, un sito che chiameremo XXX. Tiene aggiornate le persone su una quantità di piccole date che fino a pochi anni prima sarebbe stata impensabile. Il locale dove suoneranno gli Old Time Relijun è uno dei tanti coinvolti in questo cambiamento: un posto per alternativi che fa soldi più che altro d’estate, con la gente che si beve un birrino e mangia un piatto il pesce, e che ha deciso di metter giù una programmazione per fare arrivare in città dei cesenati che nei mesi invernali non penserebbero mai di guidare fino a Milano Marittima di sera. E così stasera sono qui, carichissimo, in un bar-ristorantino che un paio d’anni prima non avrei mai pensato realizzasse concerti, e sono pronto al concerto degli Old Time Relijun. Ma qui, stasera, non c’è nessun concerto.
Si vede subito. Il locale ovviamente è aperto, c’è gente al bancone, c’è qualcuno ai tavoli, in mezzo alla sala e davanti a quello che in linea di principio sarebbe il palco (che di solito viene sgombrato). Sulle prime penso di essere arrivato presto e decido di farmi un giro per i viali di Milano Marittima (che il 5 ottobre vuol dire passeggiare in mezzo ai cespugli che rotolano e guardare le vetrine semilluminate di negozi in cui il mio stipendio non mi permetterà di entrare nemmeno vent’anni dopo). Magari il gruppo sta per arrivare. Poi realizzo: in quel posto, stasera, non suonerà nessuno. Il concerto è stato annullato per qualche motivo. O che ne so, magari gli Old Time Relijun non sono manco partiti per il tour. Così, giusto per scrupolo, torno nel locale e chiedo cos’è successo a uno dei padroni, che mi guarda un po’ strano, e poi sorride, e poi mi dice che sono venuto nel giorno sbagliato. Ma no, dico, era il 5, ho guardato anche oggi. Mi conferma che il concerto è il 5, ma di novembre. Fra un mese. Coglionazzo.
(Non mi dice “coglionazzo”, ma lo sta pensando. Anche io.)
Ora, vedete, io sono veramente un cretino. Se si tratta di questioni di vita quotidiana sono più stupido della maggior parte delle persone che conoscete, e devo riconoscerlo; ma un conto è essere cretini e un conto è non saper distinguere tra ottobre e novembre. Così torno a casa in quella strana sensazione di adrenalina che ti arriva addosso quando sei sopraffatto dalle tue stesse figure di merda, accendo il computer e controllo. Nel sito dove scrivo c’è scritto 5 ottobre. Errore in buona fede. Vabbè. Subito dopo ci sono le altre date, e quelle partono dal 6 novembre. Avrei dovuto arrivarci, ma nell’immediato provo l’impulso di prendere a calci in faccia Fabrizio, il tizio che ha aggiornato la pagina dei concerti. Poi per scrupolo vado sul sito XXX, che è la mia bibbia per le date dei concerti, e anche lì c’è lo stesso errore. E quindi forse è colpa del promoter o di chi ha inviato il comunicato stampa con le date, e vabbè, Milano Marittima son 40 minuti di macchina, non c’è da essere troppo incazzati.
(il 5 novembre mi vedrò gli Old Time Relijun. Concerto deludente, il gruppo suona a un terzo della violenza rispetto ai dischi. Penso sia semplicemente una serata storta, scoprirò poi che è semplicemente la prima incarnazione di un ex-gruppo figo. Il tizio del locale mi riconosce, mi sorride, pensa tra sé e sé “caro il mio coglionazzo” e mi offre una birra)
_
2005
Passano i mesi e poi gli anni. Internet si evolve, esplodono i blog, arrivano MySpace e i primi social network. La struttura orizzontale dello scambio di musica sta assumendo lentamente ma inesorabilmente la forma che avrà nei due decenni successivi. A un concerto in Emilia incontro Fabrizio, quello della mia webzine. Ha messo su un gruppo carino, tra le altre cose. Si parla di musica, conoscenze comuni e via andare; tra le chiacchiere mi capita di raccontargli questa storia: una volta sono andato a vedere gli Old Time Relijun un mese prima perché avevi scritto la data sbagliata. No, ma non è colpa tua. Ho guardato anche sul sito XXX ed era sbagliata anche lì. Lui strabuzza gli occhi, e collega due cose nella sua testa, e poi scoppia a ridere. Sa dirmi di preciso cosa è successo. Bisogna fare un balzo indietro di qualche anno.
1998 (CIRCA)-2005
Con l’arrivo di internet la gente inizia subito ad intravedere le opportunità. I fan si possono inserire nel processo produttivo e promozionale, magari senza manco chiedere un compenso, per facilitare il consumo di musica: file sharing, promozione sulle prime message board, fanzine su web e tanta altra roba. Secondo questa logica un tizio pensa: ok, realizzerò un sito che raccolga le date di tutti i concerti che avvengono in Italia. Soprattutto i concerti dei gruppi indipendenti. E così, alla fine degli anni novanta, nasce il sito XXX. Il costo è tutto sommato sostenibile, quello di un dominio e di un hosting. C’è tanto da sbattersi, questo sì: abbonarsi a tutte le newsletter possibili, intrecciare rapporti epistolari con tutti i promoter possibili, mettere sulla mappa tutti i locali possibili. E rispetto alla sbatta le soddisfazioni non sono mica tutto questo granché: non c’è paywall e si fa tutto per la gloria, per la soddisfazione di essere utile a quelli come te. E per la prima parte degli anni duemila il sito XXX è davvero l’incarnazione dell’internet migliore: una risorsa utile, semplice e gratuita per aiutarsi nel quotidiano. Poi la situazione inizia ad evolversi. Nascono webzine più serie, nascono tantissimi blog, nascono forum a tema molto strutturati. Quasi tutte le webzine hanno una pagina con le date dei concerti a venire, e l’importanza del sito XXX forse viene un po’ a perdersi nel mucchio. Ma quello che al fondatore del sito XXX non va giù è che probabilmente le webzine non si devono sobbarcare la sbatta di stringere contatti e abbonarsi ai servizi: possono semplicemente aprire il sito XXX, copiare le date più interessanti per il pubblico della webzine, e incollarle sulla pagina concerti. E ok farlo per la gloria, ma così è un po’ troppo umiliante.
E insomma, il fondatore del sito XXX decide di adottare qualche contromisura. È per questo motivo che qualche settimana prima del nostro incontro Fabrizio ha ricevuto un’email inviperita. Il fondatore del sito XXX ha scoperto che abbiamo copiato le date e le abbiamo messe sulla nostra webzine. Come ha fatto a scoprirlo? Facile. Per sgamare chi gli copiava, ha iniziato a mettere apposta dei piccoli errori nei testi. Niente di sconvolgente. Il nome di un locale scritto male, un piccolo typo nel nome del gruppo, magari due date invertite nell’elenco. Magari “ottobre” al posto di “novembre” in una data degli Old Time Relijun. L’aveva fatto apposta. E così ho preso la mia bella macchina e sono andato a Milano Marittima un mese prima.
_
2023
Qui dovrebbe iniziare tutto un discorso sulla morale che ho deciso di censurare: non so perché il tizio faceva queste cose, probabilmente era ferito nell’orgoglio, probabilmente voleva insegnare qualcosa a qualcuno. Sono cresciuto dentro un’ideologia che vede internet come uno scippo continuo a fin di bene che non è necessariamente nobile. Ma a questo punto della storia mi rendo conto di aver scritto un pippone che da un lato è poco interessante e dall’altro troppo lungo per buttarlo via. I supereroi di internet sono come quelli dei fumetti: hanno compiuto azioni di nobiltà e hanno fatto cazzate enormi. Ho visto tanti bei concerti grazie al sito XXX, e ho fatto un viaggio in macchina per l’anima del cazzo, sempre grazie al sito XXX.
Quando ha chiuso non lo consultavo più così tanto, ma credo mi sia dispiaciuto. Nella lettera d’addio si scagliava contro l’impoverimento culturale di questo paese e roba del genere.